martedì 21 aprile 2020

Riproduzione di Plumeria per talea


Ogni coltivatore ha una sua tecnica e delle sue regole per radicare talee di Plumeria, che devono essere adatte sia alla sensibilità del coltivatore, che al clima in cui egli opera.
In questo articolo, descriverò il metodo che mi ha dato maggiori margini di successo, qui in Sicilia.

Quando eseguire la talea?
  • La talea va eseguita preferibilmente all'avvio della stagione primaverile, quando gli apici iniziano a rivitalizzarsi ma non sono ancora presenti foglie e fiori; si può comunque procedere in qualsiasi periodo conservando opportunamente la talea fino alla stagione primaverile, recidendo le foglie e i fiori eventualmente presenti sul ramo scelto.
Le foglie e gli scapi delle infiorescenze vanno eliminai tagliando i petioli e mai a strappo.

Come scegliere il ramo da taleizzare?
  • Se disponiamo di una pianta grande, possiamo scegliere un ramo che non intendiamo portare avanti, cercando di favorire quelli che possono influire negativamente sul baricentro, inficiando così la stabilità della pianta. Il ramo ideale dovrebbe essere lungo almeno 10 centimetri se possibile, ma aumentandone la dimensione il tasso di successo migliorerà. L'ideale sarebbe effettuare talee di una lunghezza di almeno trenta centimetri. Resta tuttavia possibile realizzare talee anche con piccoli segmenti di fusto di soli cinque centimetri, ma questa pratica necessita di una maggiore dimestichezza, di alcune misure di profilassi e di un ambiente controllato; inoltre, non è adatta alle selezioni difficili da radicare.

Si può riprodurre qualsiasi plumeria per talea?
  • Teoricamente, sì: le piante del genere Plumeria sono tutte potenzialmente in grado di produrre un callo rimarginando ferite, per poi emettere radici se le condizioni lo permettono. Tuttavia, una alcune delle selezioni che circolano in coltivazione hanno una scarsa produzione di lattice, o tendono comunque a disidratarsi facilmente, finendo per marcire anzichè radicare! In quei casi, è più consigliabile usare la talea per eseguire un innesto, piuttosto che tentarne la radicazione diretta.

La riproduzione per talea non serve solo a far aumentare la nostra collezione. Come si vede in questa foto e in alcune altre presenti in questa guida, può capitare di eseguire questa tecnica anche su piccole plantule che, dopo essere nate da seme, possono presentare problemi radicali. Ma la procedura da seguire per radicare talee più grandi è del tutto identica.

Mettiamoci all'opera!

Prima di iniziare, laviamo accuratamente le mani, insaponandole bene e risciacquandole con acqua calda. Igienizziamo quindi tutti gli strumenti, i materiali non sterili e il piano di lavoro con alchool puro. Puliamo infine il ramo, sulla zona da tagliare, con una soluzione disinfettante (2/3 acqua + 1/3 alchool).

Usiamo un taglierino sul quale monteremo una lama nuova, mai usata prima: abbiamo bisogno di una lama molto tagliente ed affilata, oltre che pulitissima. Se intendiamo eseguire talee da diverse piante nella stessa sessione o se non disponiamo di una lama nuova, puliamo accuratamente con alchool la lama fra un taglio e l'altro, per scongiurare il rischio di propagare batteri, funghi o virus da una pianta all'altra, o dall'ambiente alle piante.


Predisponiamo un ritaglio di cellophane quadrato o rotondo della larghezza di una decina di centimetri e del nastro adesivo trasparente o nastro isolante.


Scelto il punto su cui operare, eseguiamo un taglio netto perpendicolarmente al ramo, ottenendo una cicatrice netta e pulita.


Prima che il prezioso lattice vada perduto, posizioniamo il nostro ritaglio di cellophane centrandolo al meglio sulla ferita.




Applicando un tocco leggero su quest'ultima, lasciamo che il lattice faccia aderire al cellophane non solo la sezione, ma anche i bordi del taglio su tutti i lati, creando un perfetto isolamento della ferita dall'ambiente esterno.
Usando il lattice come una colla naturale, eliminiamo ogni bolla d'aria, per ottenere la massima aderenza fra la talea e il cellophane.
Continuiamo a pigiare con estrema delicatezza la ferita, per portare fuori dal taglio e distribuire sui lati il  lattice che continuerà a fuoriuscire: ci sarà utile a saldare il cellophane lateralmente. In breve tempo, il lattice si fermerà e il cellophane resterà aderente: dovremmo ottenere un vero e proprio "sottovuoto".



Estendiamo il nastro adesivo, stirandolo con forza fra le dita per allungarlo. Questa manovra ci servirà per ottenere una maggiore pressione dopo l'applicazione, senza dover applicare eccessivo stress diretto sulla talea.

Avendo cura che non rimanga traccia di aria intrappolata fra la talea e il cellophane, applichiamo saldamente il nastro adesivo tutto intorno, partendo in prossimità del taglio e procedendo un po' in diagonale come seguendo una filettatura immaginaria, così da sigillare il tutto, impedendo la penetrazione dell'aria fra le spire.


Andiamo avanti ben oltre l'area coperta dal cellophane, continuando ad applicare qualche spira di nastro adesivo anche sulla superficie nuda della talea.

Se nell'operazione il cellophane si è rotto o se vogliamo una maggiore sicurezza, possiamo applicare un secondo strato di cellophane e rieseguire la sigillatura.


Conserviamo le talee in luogo ombroso ed arieggiato, a temperatura ambiente. L'ideale è conservarle dentro casa.

Dopo circa una settimana, la ferita è del tutto asciutta e possiamo rimuovere il cellophane. Se l'aria è particolarmente secca, possiamo anche optare per lasciarlo al suo posto.

Di tanto in tanto, controlliamo se si è formato il callo. Questo potrebbe richiedere da poco più di una settimana ad oltre un mese, in base alla temperatura ambientale, alla fase stagionale, al vigore della talea e alla facilità di riproduzione della selezione che abbiamo scelto di propagare.
Se la sezione della talea diventa scura e/o la talea si avvizzisce rapidamente partendo dal taglio stesso, qualcosa è andata per il verso sbagliato e sarà meglio tagliare ancora, fino ad ottenere un taglio perfettamente bianco, grondante lattice, privo di macchie o puntini neri. Anche per questo motivo è meglio disporre di talee lunghe, quando è possibile.

Talee che presentano un buon callo, sufficiente per la radicazione.

La talea presenta finalmente un callo, o sono ormai trascorse oltre tre settimane e non notiamo cambiamenti. Se non abbiamo ancora rimosso il cellophane, è arrivato il momento di farlo. La talea è pronta per la radicazione, o è comunque ben asciutta e potrebbe aver bisogno di uno stimolo ulteriore, con maggiori temperature e/o maggiore umidità.

Esaminiamo con cura il callo. Non devono essere presenti principi di marcescenza, nè zone molli o scure.


Bagniamo con acqua minerale o distillata la zona del taglio, immergendola per qualche centimetro.


Applichiamo dell'ormone radicante, se disponibile. Quest'operazione non è indispensabile, ma può facilitare e velocizzare l'avvio del processo di radicazione.


Con qualche leggero colpo, rimuoviamo l'eccesso di polvere radicante dalla talea.
Deve restarne uno strato sottile ma omogeneo.


Per la radicazione, è ideale l'utilizzo di fibra di cocco pura.


Idratiamo la fibra di cocco con acqua minerale o distillata.


Inseriamo una manciata di substrato in una bustina per surgelati che non abbia alcun foro.


Cercando di non far staccare l'ormone radicante dalla superficie della talea, inseriamola nella busta, circondandola bene con la fibra di cocco, che deve essere umida, ma non zuppa.

 

Pressando delicatamente la busta intorno al substrato, facciamo in modo che l'aria fuoriesca il più possibile dalla busta. Iniziamo quindi a stringere la busta con il substrato con del nastro adesivo, sempre facendo attenzione che non venga inglobata una bolla d'aria.


Una volta ben stretto il collo della busta, tagliamo l'eccesso di materiale.



Riprendiamo il nastro adesivo ed eseguiamo ancora delle spire intorno alla talea, continuando in diagonale sul collo della busta, in modo che ciò che rimane della busta stessa rimanga inglobato nel nastro adesivo e che non restino spiragli dai quali l'umidità presente nel substrato possa disperdersi.


Ecco come deve presentarsi il pane di terra a lavoro ultimato: nessuna zona d'aria libera, substrato compatto ma non troppo duro, umido ma non molto bagnato.


Le talee possono ora essere messe a radicare. Bisognerà posizionarle in un luogo caldo, perchè il calore che giunge dal basso, incontrando il callo, promuoverà la produzione delle radici.


Se non si dispone di un ambiente sufficientemente riscaldato, è possibile utilizzare un apposito tappetino riscaldante.

Controlliamo ogni tanto se vediamo apparire delle radici nel pane di terra, attraverso la busta trasparente. Quando queste saranno abbastanza numerose, sarà il momento di spostare la talea nel suo vaso definitivo, avendo la massima cura di non danneggiare le radici presenti durante la rimozione della busta di plastica e del nastro adesivo.





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